Devona aveva molti interessi culturali, forse troppi, ma si sentiva prima di tutto un insegnante di storia, disciplina che lui intendeva rigorosamente, litigando coi colleghi, come “scienza del futuro”.
Perseguitato dalla memoria, non aveva interesse alcuno per il passato; se non in quanto contenitore del futuro. Era in realtà un uomo ossessionato dal domani. Gli analisti finanziari guardano i grafici degli andamenti, no? Per capire se sale o scende, devi studiare la linea del tempo.
D’altra parte, però, non sfuggiva a Devona la lampante verità di un’intuizione del tutto in contrasto col suo pensiero: il futuro non esiste. C’è solo un eterno presente che si ripresenterà puntualmente all’appuntamento tutte le ore. Tutte, tranne una. Ma io dico: basta una sola disattenzione a macchiare i meriti di una vita? (p. 59)